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Ogni persona ha tutte le risorse che gli servono secondo la terapia IFS.


Siamo abituati ad etichettare con una diagnosi ciò che per noi è problematico e vogliamo disfarci di questo fardello il prima possibile.

Spesso questa strategia non funziona, perché più combattiamo, più il fardello diventa grande o cambia.

E se invece di combatterlo, lo osserviamo con curiosità e compassione?

Secondo l'IFS (Internal Family System) la nostra mente non è un blocco unico, ma è composta da un insieme di Parti con un proprio range di emozioni, pensieri, sensazioni, stili d'espressione, desideri, abilità.

Per meglio capire questa sfumatura, vi propongo dei piccoli esempi: vi è mai capitato di sentire un amico, un familiare o voi stessi parlare con una voce diversa in una specifica e determinata situazione? O di camminare a testa alta, sicuri di voi stessi o al contrario con gli occhi bassi e le spalle curve?

Essere curiosi di scoprire le Parti che compongono il vostro sistema interno, vi aiuterà a trovare e liberare il vostro potenziale.

Come scrive R. Schwartz, il fondatore della terapia IFS, non ci sono Parti cattive: tutte hanno l'obiettivo di aiutare il sistema, ossia noi stessi, a stare bene.


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